L’Inquisizione al tribunale di Praga. Josef Skala condannato per l’affaire Katyn

In un nostro articolo di poche settimane fa (https://www.marx21books.com/appello-solidarieta-con-josef-skala-no-alla-criminalizzazione-della-ricerca-storica-nella-ue/, 16-1-23; https://www.marx21.it/tag/josef-skala/, 17 gennaio 2023;), ripreso meritoriamente dallo storico Angelo d’Orsi (“Il fatto quotidiano” 31-1-2023, https://www.marx21books.com/angelo-dorsi-contro-i-russi-in-europa-e-tornata-linquisizione/; https://www.marx21.it/tag/josef-skala-2/) denunciavamo l’obbrobrio giuridico e l’infamia politica del processo contro Josef Skala, importante intellettuale e uomo politico comunista della Repubblica ceca, incriminato per aver sollevato, nel corso di una trasmissione radiofonica, il dubbio sulla responsabilità sovietica nell’eccidio di Katyn. Il 3 marzo il tribunale di Praga ha emesso la sentenza di condanna a 8 mesi. Pubblichiamo qui il testo (tradotto dal russo) inviatoci dai compagni di Praga, che espone con chiarezza l’andamento iniquo di un processo che appare condizionato non solo dal violento antisovietismo e anticomunismo, divenuto – come attesta ampiamente la Risoluzione del Parlamento della UE del settembre 2019 – pilastro fondante dell’attuale “identità europea”, ma anche dal clima di esasperata russofobia, alimentato sempre più, in quest’ultimo anno di guerra in Ucraina, dalla NATO e dai media che essa controlla.

L’associazione Marx21 è impegnata con tutti gli strumenti di cui dispone (dal sito alla rivista a stampa) non solo a diffondere il più possibile la notizia del vergognoso processo di Praga e ad invitare a prendere posizione e attestare solidarietà a Skala e agli altri storici e intellettuali condannati per un reato di opinione in un Paese della “democratica” UE, ma anche a promuovere un’azione più in profondità in difesa della verità storica dell’esperienza del movimento operaio e comunista del Novecento, sottoposta, dopo il 1989-91, ad un attacco senza precedenti, volto ad affermare il pensiero unico della liberaldemocrazia dell’Occidente come la sola e unica strada percorribile per l’umanità, come il ministro “dell’Istruzione e del Merito” Valditara, appena insediatosi col governo Meloni, ha esplicitamente scritto nella lettera agli studenti del 10 novembre 2022 (https://www.miur.gov.it/-/lettera-del-ministro-valditara-agli-studenti-per-il-giorno-della-liberta-il-crollo-del-muro-ci-restitui-un-europa-libera-e-democratica-non-dimentich-1).

La battaglia per la verità storica del movimento comunista e operaio del Novecento, dall’esperienza sovietica alle resistenze antinazifasciste, dalle “democrazie popolari” alle rivoluzioni antimperialiste e socialiste di Cina, Cuba, Vietnam, Laos, dalle lotte operaie e popolari in Occidente ai movimenti di liberazione ed emancipazione dei paesi in via di sviluppo, ha, oggi più che mai, un profondo valore politico. La condanna di Josef Skala si iscrive in un progetto ideologico-politico di vasta portata teso a costruire un’identità culturale “europea” e “occidentale” fondata sulla demonizzazione del comunismo e sulla sua cancellazione da ogni possibile percorso futuro della storia umana.

Occorre lavorare in modo coordinato e organico, strategico e sistematico – non solo a livello italiano, ma anche europeo – per dotarsi di tutti gli strumenti più idonei (la costruzione di un centro collettivo di documentazione potrebbe essere uno di questi) per dare argomenti e forza di iniziativa e mobilitazione alla resistenza contro la demonizzazione della storia del comunismo.

 

Andrea Catone

 

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Si è svolto a Praga il 3 marzo 2023 il processo a Josef Skala, storico, uomo politico e personaggio pubblico ceco. La Repubblica Ceca lo ha processato ai sensi dell’articolo 405 del Codice penale per aver negato pubblicamente la colpevolezza dell’URSS nel “caso Katyn”. In precedenza, Josef Skala aveva pubblicamente sollevato, in una trasmissione radiofonica, la questione della mancanza di validi fondamenti per accusare l’Unione Sovietica dell’omicidio di massa dei prigionieri di guerra polacchi nel 1940.

Nella Repubblica Ceca, la questione è considerata risolta: in base a un’opinione pubblica formatasi negli ultimi decenni; la colpevolezza dell’URSS a Katyn è riconosciuta come un fatto noto. Altre opinioni sono considerate illegittime e vengono valutate come un crimine. In effetti, Josef Skala è stato processato per tale opinione e per averla espressa.

Skala e i suoi due compagni sono stati riconosciuti colpevoli e condannati a 8 mesi di reclusione con sospensione della pena per 5 anni. Se durante questo periodo commetteranno ancora un “reato” simile, la sentenza verrà applicata e saranno incarcerati.

Durante il processo il giudice Hübner non ha preso in considerazione le argomentazioni degli imputati, non ha chiamato alcun testimone della difesa e ha preso la sua decisione in modo puramente arbitrario, affermando che le accuse erano di dominio pubblico e non c’era bisogno dell’apporto di prove: Skala era quindi colpevole.

Un simile comportamento da parte del tribunale è contrario a tutti i consueti e consolidati principi di giustizia. Questo tribunale non si è basato su fatti e principi giuridici, ma sul dogma e sull’opinione di qualcuno, caratteristica dell’Inquisizione, non certo del diritto moderno.

L’articolo 405 del Codice penale della Repubblica Ceca è stato adottato dopo l’adesione della Repubblica Ceca alla NATO. Punisce la negazione pubblica dei crimini di guerra (genocidio) del nazismo o del comunismo. I crimini del nazismo sono stati indagati e ben studiati, e sono stati valutati legalmente dal Tribunale di Norimberga. Ma non esiste una sola sentenza di tribunale in relazione ai presunti crimini del regime comunista dell’URSS.

Equiparare nazismo e comunismo è una tecnica di propaganda volta a plasmare atteggiamenti e convinzioni anti-russi in tutto il mondo. L’articolo 405 equipara i ruoli della Germania nazista e dell’URSS, anche se questi sistemi politico-sociali sono radicalmente contrapposti. L’affaire Katyn è l’esempio più chiaro di come l’Unione Sovietica sia stata incolpata dei crimini commessi dai nazisti tedeschi.

Poiché non esiste una chiara posizione giuridica che affermi la colpevolezza dell’URSS per qualsiasi crimine, le norme di diritto penale, come l’articolo 405 del Codice Penale della Repubblica Ceca, devono creare tali precedenti giudiziari. Anche se nel diritto civile, in cui vivono tutti i Paesi europei, ciò non ha alcuna importanza pratica. In base a questo articolo una persona può essere accusata e condannata, come è successo a Josef Skala, ma non c’è bisogno di provare la sua colpevolezza, perché, come ha detto il giudice Hübner, è una questione “ben nota all’opinione pubblica”. L’applicazione di questa vera e propria regola del diritto penale non si limita a screditare l’autorità giudiziaria della Repubblica Ceca, ma la smantella. Le decisioni prese nella logica dell’inquisizione, che escludono la possibilità di difesa degli imputati, non possono essere accettate come adeguate, eque e giuste. Ora si è presentato un caso del genere.

Anatoly Vasserman, membro della Duma di Stato, Assemblea federale della Federazione russa, ha detto: “I criminali devono essere puniti, tra l’altro, perché spesso commettono nuovi crimini per coprire quelli vecchi. Così, per nascondere l’esecuzione dei prigionieri polacchi da parte dei nazisti tedeschi, gli eredi spirituali di quei nazisti e i loro ex complici hanno commesso un altro crimine contro la giustizia: hanno condannato chi ha detto la verità e hanno persino definito che un’enorme menzogna è un fatto noto. Spero che tutti gli attuali complici dell’omicidio di massa nei pressi di Smolensk possano vivere per vedere un giusto processo. Anche se non sono sicuro che sopravviveranno tutti.

 

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Siamo indignati per la decisione del tribunale di Praga! Ci auguriamo che il buon senso prevalga e che la corte d’appello, dove sarà discusso il caso Skala, si renda conto dell’abisso di assurdità in cui sta cadendo il sistema giuridico ceco.

Vi invitiamo a diffondere questa informazione il più possibile!


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